I genitori della scuola media chiedono di poter visualizzare le valutazioni sul registro elettronico e tendono a considerare una mancanza di efficienza la non pubblicazione delle stesse.
I docenti della scuola media spesso sono restii.
Che si fa? Chi ha ragione?
Il registro elettronico è uno strumento che è stato adottato
dalla maggior parte delle scuole, pur tra difficoltà tecniche e
gestionali non irrilevanti.
Tuttavia, fin dall’inizio ,
molti docenti hanno sollevato delle perplessità riguardo alla possibilità di
mostrare le valutazioni in “tempo reale”, per ragioni di carattere opportunistico, oppure pedagogico e
didattico?
Il dibattito è ancora acceso in alcuni Collegi Docenti, che sono il luogo
deputato a prendere decisioni in merito, in quanto organo tecnico.
Le opinioni dei contrari possono essere sostanzialmente
riassunte in tre punti:
1. La
valutazione è un processo sensibile, non identificabile semplicemente con
l’assegnazione di un voto numerico, che rappresenta invece la misurazione di
una singola performance. Quando i genitori si confrontano con i docenti, i voti
possono essere spiegati e contestualizzati, mentre la visualizzazione del voto
non mediata dall’insegnante può creare fraintendimenti, false speranze o false
delusioni.
2. La
scuola consente già ai genitori la visione
di elementi importanti, quali le assenze, le note disciplinari, i
compiti assegnati. Si tratta di informazioni che possono aiutare la famiglia
nella guida al percorso del figlio, più di quanto non faccia il singolo voto.
3. Dando
ai genitori l'accesso alla visione immediata dei voti, si toglie all’alunno la
possibilità di sviluppare un proprio senso di responsabilità nella gestione del
percorso scolastico: l’informazione va infatti dal docente al genitore,
“scavalcando” il ragazzo e non consentendogli una presa di coscienza autonoma
rispetto alle valutazioni ricevute.
Le opinioni dei docenti favorevoli si concentrano invece
sugli aspetti della trasparenza e dell'importanza della comunicazione, che sono
gli stessi argomenti sottolineati anche dai genitori che fanno richiesta del
servizio.
Personalmente ritengo che il dibattito interno debba essere considerato come la
dimostrazione di quanto seriamente i docenti stessi riflettano sul proprio
lavoro con i ragazzi e sul difficile e delicato aspetto della valutazione.
Troppo spesso infatti la scuola, di fronte alle novità, soprattutto di carattere
tecnologico, è portata ad assumere atteggiamenti o di adesione totale o di
rifiuto aprioristico, senza avviare una riflessione reale sugli strumenti e
sulle loro implicazioni didattiche. L'atteggiamento del Collegio Docenti, che
prende del tempo per pensare e discutere sull'argomento, dimostra una
professionalità e un senso di responsabilità che non sono sempre scontati.
Per prendere la decisione di mostrare "in diretta" i voti è fondamentale che
la riflessione sul senso della valutazione coinvolga anche le famiglie.
Bisogna infatti evitare alcuni errori che rendono più
difficile, anziché agevolare, il percorso formativo dei nostri ragazzi e che si
potrebbero così sintetizzare :
Primo errore: equiparare la scuola media alla scuola superiore.
Chi ha esperienza di scuola superiore, afferma
giustamente che pubblicare i voti è utile e proficuo. Bisogna però
sottolineare due fondamentali differenze rispetto alla scuola di base: i nostri
ragazzi sono più giovani e necessitano di un colloquio costante tra scuola e
famiglia, che il registro on line non può sostituire; le nostre valutazioni, in
base alle normative, non producono automaticamente una media che confluisce nel
voto finale delle singole discipline. La
consapevolezza di questi due aspetti da parte delle famiglie è il presupposto
essenziale per consentire alla scuola l'apertura del registro.
Secondo errore: il voto rappresenta una valutazione
sull'alunno. Ogni docente di scuola media sa bene che il voto rappresenta
solo la misurazione di una singola verifica e che il giudizio sull'alunno è ben
più complesso e difficilmente riducibile in forma numerica. Per questo è
fondamentale la spiegazione delle valutazioni fatta dall'insegnante, con tutte
le implicazioni di carattere metodologico e anche psicologico che vi vengono
coinvolte.
Terzo errore: il
voto colloca l'alunno in una graduatoria all'interno della classe/della scuola.
In realtà la valutazione di ogni
singolo alunno va a verificare il suo personale percorso; è necessario quindi
evitare che le famiglie vengano prese
dalla tentazione di confrontare i voti, per stabilire che è “arrivato
primo”.
La riflessione e l'approfondimento sul tema della valutazione
all'interno di tutta la comunità educativa (famiglie e docenti) è il presupposto
fondamentale per far sì che il registro elettronico costituisca realmente un
semplice strumento che si aggiunge (e non si sostituisce) al processo
valutativo, che, nelle sue accezioni formative e non solo sommative, è punto focale di tutto il percorso di
apprendimento.
Ma la normativa, che dice? Le scuole sono obbligate a pubblicare i voti in tempo reale? A dire il vero, non pare che si possano escludere altre scelte, come ad esempio l'ipotesi di "aprire" la visione delle valutazioni in alcuni periodi dell'anno definiti: l'uso dello strumento tecnico non può avere vita propria, travalicando senza colpo ferire le impostazioni pedagogico- didattiche del POF e le specificità dell'ordine di scuola di riferimento.
Allora, forse è il caso di cogliere l'occasione per riaprire una riflessione sulla valutazione nella scuola di base, come ci invitano a fare anche le Nuove Indicazioni.
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