E dopo mille
faticosi
incontri, con i
muscoli tesi
nello spasimo
di penetrare
l’umanità dell’altro,
anelo
nel silenzio
ad un riposo.
Mi faccio massaggiare dalla
quiete
In un angolo fuori dallo spazio,
dove appena si avvertono,
attutiti, i latrati
di un cane nella notte
e si frangono contro una
finestra,
come inutile ultimo richiamo.
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