C’era una volta una mamma che
voleva festeggiare il compleanno del suo bambino. Poiché lo conosceva bene, lo
amava tanto e si preoccupava per lui fin da prima che nascesse, era convinta di
sapere meglio di chiunque altro come preparare la miglior torta del mondo, in
modo che la festa fosse perfetta.
Decise quindi di acquistare
alcuni ingredienti che piacevano molto al suo bambino, ma evitò lo zucchero, perché
non voleva farlo ingrassare ed evitò il lievito, perché temeva che il piccolo
potesse essere allergico (perché in passato, dalla festa di un amico, era
tornato a casa con delle strane bolle sulle braccia), li mescolò insieme e mise
la torta nel forno. Poi scelse accuratamente i bambini da invitare alla festa,
escludendo quelli troppo grassi, perché avrebbero mangiato tutta la torta, e
quelli troppo magri, perché avrebbero fatto passare l’appetito a suo figlio. Poi
decise quali giochi si sarebbero organizzati, escludendo le corse, perché suo
figlio era delicato e poteva cadere, e i giochi all’aperto, perché qualche
insetto avrebbe potuto pungerlo.
Quando la torta fu cotta, non
aveva un aspetto particolarmente invitante, perché senza lievito appariva un po’
accartocciata, ma la madre era sicura che fosse ottima e salutare. Il bambino
guardò il dolce un po’ perplesso, ma, per non deludere la madre, che lui amava
tanto e che si era data tanto pensiero per lui, cominciò a mangiarlo. Senza lo
zucchero, la torta era piuttosto amarognola; il bambino non volle dirlo alla
madre, ma siccome non riusciva a finire la sua fetta, ne gettò un pezzetto al
gatto mentre la madre stava guardando altrove.
Quando la madre si accorse che il
gatto mangiava la bella torta che lei aveva con tanto amore e premura preparato
per il figlio, si arrabbiò molto e il bambino, preoccupato, disse che il gatto
gli aveva rubato un po’ di dolce, perché era evidentemente molto buono. La mamma
prese a calci il gatto e lo cacciò fuori di casa e amorevolmente tagliò un’altra
fetta di torta e la mise nel piatto del figlio.
Intanto erano arrivati gli amici
che la mamma aveva invitato e cominciarono anche loro a mangiare la torta,
facendo versacci e sputacchiando qua e là. La madre era molto delusa, pensò che
doveva selezionare meglio gli amici del figlio e si annotò i nomi di quelli che
non avrebbe più invitato. Provò a proporre dei giochi, ma nessuno aveva voglia
di stare seduto a fare i cruciverba e uno per volta, con una scusa, tutti se ne
andarono. Tutti tranne uno, che era particolarmente antipatico e saccente e per
questo non aveva amici con cui andare a giocare.
Dopo quel compleanno, il ragazzo
decise che non avrebbe mai più festeggiato il compleanno in vita sua.
Nella casa dei vicini, si
festeggiava un altro compleanno: poiché la madre del ragazzo lavorava molto e
non aveva tempo di preparare da sola una torta, ma amava moltissimo il figlio e
ci teneva che la sua festa fosse la più bella di tutte, era andata dal
pasticciere più famoso della città e gli aveva ordinato la torta più bella che
si potesse immaginare, dandogli precise istruzioni su tutti gli ingredienti e i
tempi di cottura, per i quali si era fatta consigliare da una vecchia zia, che
nei tempi passati aveva lavorato in una pasticceria. Il pasticciere aveva
provato a spiegare che alcuni di quegli ingredienti non erano adatti e che la
cottura doveva essere diversa, perché
dai tempi della vecchia zia i forni erano cambiati ed avevano nuove funzioni,
ma la madre, che aveva poco tempo e voleva risolvere al meglio la questione (ed
era convinta che il pasticciere non potesse capire veramente come si fa una
buona torta, visto che non conosceva suo figlio), non volle sentire ragioni e
intimò al pasticciere di servirla secondo le sue indicazioni, altrimenti se ne
sarebbe andata in un’altra pasticceria.
Quando la torta fu pronta,
appariva tutta sbruciacchiata: allora la madre, infuriata, gridò: “Incompetente,
io ti denuncio!” e a nulla valse la difesa del pasticciere, che tentava di
spiegare che il problema nasceva proprio dai tempi di cottura sbagliati, imposti
dalla donna.
Il risultato fu che la donna e il pasticciere si scontrarono in tribunale, dove
il giudice, assaggiata la torta, commentò: “Che schifezza!” e li rimandò
entrambi a casa, affermando che aveva cose più serie a cui pensare. Se ne tornarono tutti a casa insoddisfatti,
ma più insoddisfatto di tutti restò il bambino, che non riuscì ad avere la sua
festa di compleanno.
Una terza madre doveva
festeggiare il compleanno del figlio e desiderava tanto che fosse una
bellissima festa, ma sapeva che non poteva far tutto da sola; si recò da un
pasticciere e gli disse: “Mi prepari la torta più bella, perché mio figlio
compie 10 anni e io vorrei che la sua festa fosse perfetta”. Il pasticciere
rispose: “Non si preoccupi, signora, faccio questo mestiere da molti anni, non
la deluderò”. Poi la madre chiamò un’animatrice e le chiese di organizzare dei
giochi adatti al figlio e ai suoi amici; anche l’animatrice disse “Non si
preoccupi, signora, ho studiato molto per fare questo lavoro, non la deluderò”.
Poi la madre mandò l’invito a tutti amici del figlio. Alcuni di loro
accettarono, altri no. Arrivò il giorno della festa, i bambini mangiarono e
giocarono tutti insieme. Correndo in cortile, qualcuno si sbucciò un ginocchio.
Mangiando la torta, a qualcuno venne mal di pancia. Alla fine della festa,
tutti erano sazi, un po’ sporchi e molto felici; ringraziarono tutti la mamma
del festeggiato, anche quelli che avevano le ginocchia sbucciate e il mal di
pancia, perché, dissero, nessuno di loro era mai stato ad una festa più bella.
Il bambino abbracciò la sua mamma e decise che da grande avrebbe fatto l’organizzatore
di eventi, perché è bello vedere la gente felice.
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